Il governo Beiyang, o anche a volte governo Peiyang (pinyin: Běiyáng zhèngfǔ), si riferisce al governo della Repubblica di Cina che fu al potere nella capitale Pechino dal 1912 al 1928. Esso fu internazionalmente riconosciuto come il legittimo governo cinese. Prende il nome dall'Esercito Beiyang o, esattamente, Corpo d'armata del Pei-yang che lo dominò fin dall'ascesa del generale Yuan Shikai, ex-fedele alla Dinastia Qing che tuttavia si autoproclamò imperatore e restaurò brevemente l'Impero. Alla sua morte il potere si divise fra i vari politici, militari e signori della guerra regionali che dettero vita a cricche militari in continuo contrasto tra loro e che gettarono nel caos la stabilità della Nazione e del governo Beiyang. Ciononostante il governo godette del riconoscimento estero ed ebbe sempre accesso ai finanziamenti delle grandi potenze mondiali.[1]
La sua legittimità fu seriamente messa in dubbio nel 1917 da Sun Yat-sen, dalla base di Canton del Kuomintang (KMT). Il suo successore Chiang Kai-shek sconfisse i signori della guerra Beiyang nella Spedizione del Nord del 1926-1928 e riunificò il paese sotto il proprio governo nazionalista stabilito a Nanchino, in realtà una dittatura militare fortemente autoritaria. In seguito esso ricevette il riconoscimento internazionale.[2]
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